Un primo bilancio dopo cinque giorni di RisorgItalia
Sono passati cinque giorni, forse è il tempo di fare un bilancio su RisorgItalia.
Diamo qualche dato: il sito RisorgItalia.it dall’8 marzo (data della sua pubblicazione) al 13 marzo 2011 è stato consultato da 2.025 visitatori unici; oltre 7.439 sono state le pagine visitate.
Sui social i promotori di RisorgItalia, ovvero i “Patrioti digitali” hanno fatto un bel baccano: Fanpage, Gruppo, promozione del video, Twitter e in effetti bisogna risconoscerlo tanti sono stati i gli amici che si sono attivati nella comunicazione. A loro il mio ringraziamento.
Tantissimi i quotidiani telematici e i blogger che hanno dato la notizia, tantissimi coloro che hanno inserito il “cuoricino patriota” nella loro immagine su Facebook; ed infine tantissimi apprezzamenti sono giunti per il primo video.
Insomma gli elementi per essere soddisfatto ci sono, eppure permane un pizzico di tristezza, mi spiego.
Alcuni, come sempre accade, hanno mosso delle critiche all’iniziativa adducendo: a) che dietro RisorgItalia c’è un interesse politico; b) che ci sono aspirazioni nascoste o per avere notorietà; c) che essere Patriota è culturalmente “out” quindi il Risorgimento “fa più figo” snobbarlo; d) che se non abbiamo leggi da proporre non serve a niente; e) che ai Partiti politici l’iniziativa non interessa; f) ma tanto mostreremo indifferenza verso le celebrazioni per il 150esimo anno dalla costituzione.
Forse quest’ultimo punto è quello che fa più male, altre eccezioni sono state opposte apponendo, un paio di giorni fa sulle pagine del sito, un nastrino blu con la scritta: “Iniziativa non politica non commerciale”; ma come si fa a non voler considerare o peggio rinnegare che valori come: unità, appartenenza, rispetto verso la propria Nazione sono il collante di un Popolo?
L’esempio più evidente. I drammatici fatti in Giappone, un Paese in cui mi reco spesso e che adoro, hanno dimostrato lo spirito di coesione di un Popolo: disciplina, senso del dovere e attaccamento al Paese permettono di superare la più grande catastrofe di tutti i tempi, ivi compresi i danni collaterali scaturiti dal terremoto.
In Italia, al contrario, ci si divide per ogni cosa creando polemiche, fazioni, orticelli e “sterili combriccole” sempre alla ricerca della torta da dividere a discapito di qualcun altro.
Siamo tutti coinvolti nella crisi di valori e non riusciamo a riconoscere le cose più semplici, le cose più vere.
Non vi nascondo che in qualche momento mi son posto la domanda: “ma chi me lo ha fatto fare?”
Poi la risposta, la perseveranza di andare avanti la trovo nelle dediche che fioccano su Risorgitalia, dense di significato e di impegno volte ad assicurare un futuro sereno alle prossime generazioni e così proseguo.