Scegliere la morte per la dignità della vita
Affrontare il tema del suicidio non è facile, si rischia di rappresentarlo erroneamente come qualcosa di positivo, al contrario si rischia di non comprendere le motivazioni che spingono una persona ad uccidere se stessa.
Gli ultimi mesi le cronache riportano decine di casi in cui una persona, a causa della crisi economica, ha deciso togliersi la vita.
Casi che negli ultimi trenta giorni, scuotono le nostre coscienze:
Giovanni Schiavon, 59 anni, titolare di un’azienda edile veneta, ha lasciato un biglietto per la moglie e i suoi due figli: «Perdonatemi, non ce la faccio più». La sua azienda era creditrice verso clienti morosi, tra cui anche qualche ente pubblico, per circa 200 mila euro tuttavia le banche gli hanno negato l’apertura di una ulteriore linea di credito.
L’imprenditore non ha retto l’idea di dover mettere in cassa integrazione o licenziare i suoi dipendenti, compagni di una vita lavorativa.-
Stessa sorte per Giancarlo Perin, 52 anni, impiccandoti alla gru della propria ditta edile perché non era più in grado di pagare i dipendenti e perché le banche non erano più disposte a sostenerlo.
Nel 2012, quindi poche ore fa a Catania, Roberto Manganaro di 47 anni, si è tolto la vita per la crisi economica che aveva colpito la sua azienda costringendolo a licenziare alcuni dipendenti.
Ieri un pensionato di Bari di 74 anni si è tolto la vita, nei giorni scorsi aveva ricevuto una comunicazione dall’Inps nella quale l’ente riferiva di avergli corrisposto indebitamente, per un errore di calcolo, cinquemila euro negli ultimi anni, denaro da restituire con rate di 50 euro al mese. Il pensionato ha cominciato a temere di non farcela e di rischiare di perdere la casa, quindi la decisione di farla finita.
Da nord a sud l’Italia si stringe in una sola tragedia, che vede tutti coinvolti, tutti responsabilizzati affinchè questo Paese riprenda un percorso serio, onesto, civile per la crescita comune.
Oggi non basta manifestare il proprio sdegno, occorre porre in essere soluzioni politiche, sociali ed economiche che garantiscano umane condizioni di vita. Scelte che portano all’aumento delle tariffe e dei prezzi dall’energia ai beni di prima necessità: metano, benzina, elettricità, trasporti, generi alimentari rendono ancora più deboli le difese per contrastare la crisi economica.
Non ho mai letto di un boss della camorra che si toglie la vita nel lusso della sua anetica vita, non ho mai letto di un ladro, di un corrotto, di un criminale che rinuncia a vivere vita – preso dalla disperazione o dai sensi di colpa – e non vorrei che il suicidio colpisca come sempre solo le persone oneste con un grande cuore.
Impegniamoci tutti insieme per uscire da questa crisi morale ed economica che attanaglia l’Italia, possiamo ancora farlo e dobbiamo riuscirci per il futuro delle prossime generazioni.