Massimo Melica: sono un candidato indipendente all’Autorità per la protezione dati personali (Privacy)
Ho presentato il mio CV, presso la Camera dei Deputati, offrendo all’Autorità preposta la mia esperienza e competenza in materia di trattamento dei dati personali.
Nel CV ho evidenziato a norma dell’art.153 comma secondo del d.lgs 196/2003 i miei studi nel campo dell’informatica e del diritto, elementi richiesti dalla norma specifica.
Nel mio curriculum si legge che nel 2003 ho partecipato al tavolo di studio (Ministero della Giustizia) che ha redatto un parere sul Codice in materia di protezione dei dati personali e, negli anni successivi, ho redatto presso l’Autorità citata sia il “Regolamento per il trattamento dei dati personali da parte degli Enti pubblici non economici” (2005) sia il “Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria” (2008).
Ovviamente c’è un elenco di pubblicazioni universitarie sul diritto applicato alle nuove tecnologie della comunicazione e sulla privacy scritte dal 2005 ad oggi, in quanto docente di Informatica giuridica – Corso di laurea magistrale in giurisprudenza.
Oggi credo che un Candidato ad un’Autorità indipendente non debba essere “sponsorizzato” altrimenti perde di indipendenza, ho letto di altri che sono appoggiati da politici, da associazioni, da gruppi di interesse e mi chiedo se poi riusciranno ad essere indipendenti.
Alcuni hanno posto in calce l’autorizzazione all’uso del proprio CV ai sensi della 675/1996 ma non sanno che è una norma abrogata da 9 anni e c’è un’autorizzazione generale dell’Autorità per l’uso dei curricula?
In Studio sono stato assalito dalla realtà dei miei Partners i quali hanno iniziato a beffeggiarmi dicendo: “Ci pensi che adesso Scillipoti, Razzi e un centinaio di parlamentari corrotti, collusi, ignoranti saranno chiamati a giudicarti e magari cassare il tuo CV?”
Non ci avevo pensato…., ma ho il difetto di credere nelle Istituzioni e non in coloro che “temporaneamente” le rappresentano, talvolta in pessimo modo.
I partiti gestiscono voti, interessi economici, strategie di potere e quindi anche le nomine in Autorità che hanno come “unico” scopo quello di salvaguardare gli interessi generali, i diritti di tutti i cittadini.
Ma sai a chi importa un esperto di trattamento dati personali nell’Autorità chiamata a quel ruolo?
A nessuno.