Le intercettazioni al Presidente Napolitano scopo ed effetto
Gli effetti delle intercettazioni telefoniche che hanno coinvolto il Capo dello Stato meritano una minima riflessione al fine di radicare in ciascuno di noi un’opinione indipendente dagli ambiti: della politica, della magistratura, del giornalismo.
Premetto che spesso accade, quando ci si occupa di diritto, di essere esposti alla simpatica domanda del garagista, del barbiere o del barista che di prima mattina – come se la risposta fosse semplice – ti pone la domanda: “Dottò, ma che vor dì?”
In pochi secondi devi spiegare che Il Presidente della Repubblica non è indagato, non è stato arrestato, non è coinvolto in alcun tipo di reato. Ma allora perché è stato coinvolto in una intercettazione e se ne parla tanto? La democrazia del Paese è in pericolo? Da quale parte occorre schierarsi?
Proviamo a mettere un po’ di ordine.
Fatto
Iniziamo col dire è in corso un’indagine della Procura di Palermo per appurare se in passato, tra i vertici dello Stato e i vertici della mafia sia intercorsa una trattativa per fermare una escalation di violenza. Questa pratica non sarebbe nuova nei Paesi latino-americani, diversamente costituisce un’azione anetica per un Paese come l’Italia.
Nel corso dell’indagine, attraverso il fondamentale strumento delle intercettazioni telefoniche, è stato ascoltato l’attuale Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura – Dott. Nicola Mancino e il Capo dello Stato Giorgio Napolitano – i quali hanno dialogato telefonicamente vuoi per motivi istituzionali, vuoi per motivi amicali. Queste telefonate sono state oggetto di intercettazione.
Comprenderete che al telefono, tra amici o tra colleghi, è naturale esprimere qualunque tipo di commento o giudizio su personaggi, vicende o programmi.
La funzione
Il presidente della Repubblica ha funzioni e poteri che vengono elencati e disciplinati nella nostra Costituzione, quello che non viene detto – ma è facile desumerlo – che egli ha il compito di mantenere un dialogo costruttivo e democratico tra le forze politiche e gli organi dello Stato. Tradotto in parole povere: egli può dire in privato tutto e il contrario di tutto pur di raggiungere il suo scopo.
Avete presente quando viene interpellato un avvocato per redimere una lite tra coniugi per scongiurare una separazione? L’importante è ascoltare, mantenere basso il conflitto, giungere ad una riappacificazione duratura tra le parti.
Per analogia come l’avvocato deve essere lasciato libero di valutare la strategia migliore per raggiungere il suo scopo, anche il Presidente della Repubblica deve essere lasciato libero da ingerenze, non sottoposto ad intercettazione e soprattutto gli deve essere concessa quell’immunità intellettuale per poter agire in libertà nell’interesse della collettività.
La finalità
Leggeremo sui giornali “interpretazioni e ricostruzioni” giornalistiche, quindi supposizioni su cosa il Presidente Napolitano abbia detto nel corso delle sue telefonate, ovviamente visto che i dialoghi telefonici non sono utili per l’eventuale processo, non conosceremo mai, la trascrizione delle telefonate.
Questo permetterà di sviluppare le teorie più fantasiose su cosa pensa e dica la più alta carica dello Stato, sui motivi che lo hanno spinto a prendere importanti decisioni, sul come ha gestito gli ultimi mesi del suo mandato.
Adesso passiamo agli effetti, cominciando da quello economico
Questa vicenda ha un effetto positivo nell’economia giornalistica: si vendono più giornali, si sviluppano più dibattiti televisivi, si scrivono più articoli sul web e i soliti noti tra politici e giornalisti avranno modo di litigare e di alzare ulteriormente il conflitto interno del Paese.
Effetto elettorale
I giornalisti che simpatizzano per i partiti politici alzeranno il conflitto in quanto siamo in clima pre-elettorale e, come sempre, occorre dividere gli italiani in fazioni irrazionali al fine di portarli al voto come pecore mansuete.
Effetto giuridico
Il Presidente della Repubblica ha promosso ricorso innanzi la Corte costituzionale per verificare se c’è stato un conflitto di attribuzioni dei poteri tra gli organi dello Stato. Ovviamente siamo in attesa della pronuncia della Suprema Corte anche se il risultato appare scontato in un senso di prudenza e tutela della massima carica.
Effetto occulto
Alcune persone avranno ascoltato le intercettazioni, solo per esemplificare: agenti di polizia, cancellieri, magistrato, questore ai quali occorre aggiungere un altro numero tra giornalisti e “amici degli amici” i quali sono a conoscenza del contenuto. Se ci fosse realmente un’affermazione scomoda per il Presidente Napolitano, quest’ultimo non potrebbe essere esposto a ricatto nell’esercizio delle sue funzioni? E’ questa la volontà occulta?
Effetto sociale
Semplicisticamente la vicenda non serve a migliorare le condizioni economiche e sociali del Paese, in realtà è un modo per distrarre e distrarsi dai problemi più importanti.
Magari si parlasse per decine di ore al giorno dei minatori sardi che a Sulcis vivono nella miniera terrorizzati per la chiusura dello stabilimento e la perdita del posto di lavoro, magari si parlasse dell’Ilva e dei problemi dell’inquinamento nell’area ionica, magari si trovasse il modo per sviluppare posti di lavoro in un momento in cui a crescere è solo la disoccupazione.
Effetto processuale
In particolare le intercettazioni che coinvolgono il Capo dello Stato non saranno utilizzate nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e pare che siano state già stralciate; tuttavia giornalisti e politici si scanneranno, si offenderanno, si umilieranno a vicenda ma, come insegnano le recenti indagini che hanno portato a colossali scandali mediatici e nulla più (vedi Why not) si concluderà tutto con un nulla di fatto.
In sintesi: tanto rumore per nulla mentre l’Italia rotola sempre più giù