Se Nicole Minetti serve per pulire le coscienze, Io non ci sto
Sprechi, scandali, corruzione, escort, furti, case vendute e acquistate “a mia insaputa”, pagamenti in nero, interessi privati, bungabunga, queste sono le parole che ricorderemo della Seconda Repubblica nata per rigenerare un Paese, morta per averlo definitivamente inquinato.
L’antipolitica è la gogna morale verso coloro che hanno gestito la cosa pubblica, i simboli contro cui vendicarsi sono tanti e ovviamente ci si scaglia sul più debole, sul più esposto.
Nicole Minetti ha soli 27 anni, è nata a Rimini l’11 marzo 1985, diplomata al liceo classico, ha frequentato la scuola di danza della madre inglese.
Le sue coetanee in questo momento si dividono tra chi è appena laureata, chi è in cerca di lavoro, chi è disoccupata, chi è in cassa integrazione, chi è fidanzata e vorrebbe sposarsi ma non ha i mezzi economici per farlo, chi è precaria in qualche call center, studio professionale, segreteria.
Tutte lottano contro la diseguaglianza di una società misogina che le ostacola, le relega a ruoli secondari, le impone ruoli estetici e morali ad uso e consumo del prodotto commerciale.
Nicole no, domina, ha già vinto: bella, rifatta, spregiudicata, veste con abiti firmati, sorride e continua per la sua strada. Usa e getta: affetti, situazioni, opportunità, persone.
Dall’imperatore ha ottenuto un ruolo, dalla politica un vitalizio, dalla moda un ricco compenso per sfilare indossando costumi da bagno. Da tutti Noi: popolarità!
Al momento è sola, senza appoggi del Partito che, non più tardi di un anno fa, la difendeva affermando l’importante e indispensabile ruolo e funzione ricoperta all’interno della Regione Lombardia, oggi i suoi stessi compagni del PDL la ingiuriano, la indicano come vergognosa e intollerabile.
Nicole Minetti è indifendibile, tuttavia è una ragazzina che non può essere additata come “mostro” al fine di pulire le coscienze di chi in questi anni ha visto e non agito, ha tollerato, ha votato senza informarsi, è stato complice più o meno consapevole.
Oggi non possiamo credere che mandando al “rogo” una ragazza si salvi l’Italia, si risolvano i problemi di anni e anni di distrazione di massa, di negligenza, di egoismo, di accidia (inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene) che, non a caso, è uno dei sette peccati capitali.
Nicole Minetti ha le sue gravi responsabilità, ma senza dubbio ha il merito di esser riuscita ad interpretare il decadimento della nostra società, sfruttandolo a suo vantaggio e continuando a farlo senza dimettersi.
Possiamo pretendere da Nicole un comportamento etico quando le hanno mostrato ed insegnato solo la legge della giungla metropolitana?
Mi sembra eccessivo.
Il difficile compito di chi giudica è riuscire ad essere migliori di chi deve essere giudicato, e su questo frase più bella non c’è di quella di cristiana memoria: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.