La politica è sempre più comunicazione, sempre meno soluzioni
Non desidero esprimere giudizi politici, non è il mio obiettivo in questa riflessione, cadrete in errore o malafede se adotterete una diversa interpretazione.
Mi limito solo a considerare la puntata di ServizioPubblico, annunciata come l’evento dell’anno per il confronto tra il conduttore dott. Michele Santoro e l’on.le Silvio Berlusconi, sotto il profilo pratico legato alle tecniche di comunicazione con relativi vantaggi e svantaggi.
I momenti più rilevanti, a mio avviso, sono stati:
1) L’ospite nei primi minuti della trasmissione è apparso molto teso, tuttavia è stato bravo nel traslare il nervosismo in calma apparente, tradita soltanto dal piede che ritmava il tempo;
2) I giornalisti in studio hanno eccepito all’ospite numerose incongruenze nell’attività del suo Governo. Purtroppo le critiche sono risultate, per un pubblico televisivo, troppo tecniche e la confusione generatasi è stata sfruttata favorevolmente dall’ospite che non ha risposto alle domande distraendo il telespettatore con gesti ed elusioni dialettiche;
3) Durante il dibattito il presentatore ha fatto un errore gravissimo: ha permesso all’ospite di prendere il posto dell’opinionista. In questo modo, come si dice: l’ospite è salito in cattedra. Da quel momento in poi l’arte comunicativa dell’ospite ha preso il sopravvento sui ritmi e contenuti televisivi;
4) La diretta conseguenza è che subito dopo l’ospite – come vedete nella foto – ha toccato sulla spalla il presentatore con i propri appunti. Questo è un gesto di supremazia, confermato dal fatto che il buon presentatore ha lo sguardo rivolto in basso a destra, con le mani basse, mentre l’altro lo guarda in volto. Un gesto che è giunto in modo “subliminale” al “telespettatore di parte seppur indeciso” aggregandolo nuovamente al leader;
5) L’ospite ha compiuto un gesto che sarà studiato per mesi nelle aule di programmazione neuro linguistica: pulisce la sedia prima di sedersi. Il gesto è di sfida ed avvicina un telespettatore/elettore anziano. Un gesto sopra le righe che comunque è favorevole ed aggregante verso il proprio elettorato: è il gesto dei nonni prima di sedersi su una panchina, è un gesto di scherno verso chi si è seduto prima, è un gesto arrogante che rinforza il legame con coloro che utilizzano una forma di socializzazione sprezzante (razzismo, classismo, esclusione dell’altro. Si ricordi il leghista che puliva i sedili del treno dopo che era stato usato dagli immigrati di colore).
Concludendo il tanto atteso confronto annunciava due protagonisti che avrebbero parlato a due tipologie di elettori: i propri e gli indecisi.
Chiaramente gli ideologicamente fidelizzati avranno rinforzato la loro appartenenza verso uno schieramento politico, mentre gli indecisi o i delusi (sicuramente più di un centro destra sino a pochi giorni fa ritenuto allo sbando) si sono ritrovati intorno ad un leader istrionico, in alcuni momenti sfacciato, annunciato come arrendevole ma alla fine dominante la scena.
Ricordiamoci che l’ospite è stato annunciato “solo contro tutti”, con gli scommettitori che lo davano perdente e addirittura costretto ad abbandonare lo studio.
Considerato che l’elettorato italiano vota di pancia e senza grandi approfondimenti culturali e riflessioni politiche, è chiaro che il confronto premierà colui che ha invertito le aspettative iniziali.
La prova del nove tra qualche giorno con la pubblicazione dei nuovi sondaggi