Il mio eroe è Enzo Tortora: vittima e martire della società italiana
Il 18 maggio 1988 moriva il mio Eroe, il mio modello di riferimento che da bambino mi ha mostrato un mondo pulito e amico, in questo giorno di 26 anni fa moriva, vittima e martire della società e dell’ingiustizia italiana: Enzo Tortora.
Il venerdì sera era tutto per Portobello, la famiglia si riuniva davanti al televisore in cui appariva questo nobile signore che poteva essere: tanto il maestro di scuola, tanto lo zio buono e paziente che ti portava ai giardinetti a giocare con la palla.
Questo signore era sempre elegante, gentile, ti spiegava bene cosa stesse accadendo con un perfetto italiano, non era mai volgare, non alzava mai il tono della voce lasciandola sempre dolce e suadente.
Enzo Tortora era tutto ciò che sarei voluto diventare da grande.
Poi un giorno in una rubrica telefonica posta all’attenzione di una indagine contro la camorra, viene trovato il nome Enzo Tortora associato ad un numero telefonico non suo, con il tempo e dopo tantissime sofferenze si scoprì che si trattava di Enzo Tortona una “n” al posto della “r”; una banale consonante che ha distrutto la vita di una persona onesta, di un innocente e intristito quella di tanti, come me, che hanno sempre creduto nella sua totale estraneità dei fatti.
Nella sua vicenda ha perso lo Stato, la Magistratura, le persone oneste prese per i fondelli da pentiti e camorristi, alla fine hai vinto Lui che con pazienza, coraggio e senza mai mostrare odio o risentimento ha portato al trionfo la verità.
Ha lasciato un esempio indelebile, non si è nascosto dietro l’immunità di parlamentare europeo, ha affrontato processi e gogne mediatiche e alla fine ha lasciato la più incisiva pagina morale a questo Paese.
In questo momento storico, vedendo ciò che mi circonda, rimpiango ancora di più la sua figura, a cui mi sono sempre ispirato.
Ti voglio bene, credo che insieme ad altre pochissime persone, Tu abbia influenzato e formato positivamente la mia vita.
Grazie