AgID, candidature, opinioni e una torta digitale
Per anni in Rete l’opinione più diffusa è stata: “Berlusconi non vuole l’Italia digitale, perché le sue televisioni riceverebbero un danno economico”.
Il Governo di Matteo Renzi è stato accolto per la sua ventata di rottamazione, del rimbocchiamoci le maniche e rifondiamo l’Italia con più etica e sulle competenze migliori, magari lontane dalla politica.
#Adesso innovazione!
La prima occasione utile non poteva che essere l’Agenzia per l’Italia digitale, una macchina progettata male e costruita peggio così come spiega nel dettaglio l’indipendente Michele Di Salvo elencando: sprechi, inchieste e ritardi alla base della struttura governativa.
Il buon governo pubblica un avviso pubblico, a cui disgraziatamente invio la mia candidatura, le candidature al termine risulteranno 154 i nomi evidenziando più categorie: sognatori, riciclati, parlamentari, burocrati, professori etc.
Pochi giorni dopo l’annuncio, il CV di Alessandra Poggiani vince sugli altri. Sarà lei il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Sarebbe stato bello per gli esclusi ricevere, in stile Obama, una email del tipo: “Grazie per aver inviato il CV, ha un profilo buono ma la nostra scelta è stata per ….” Niente, cambiano i Governi ma non lo stile.
Bene, brava, ottimo e nella sportiva competizione pubblico un tweet in cui ammetto la sconfitta ed esorto la prescelta a sviluppare il compito per cui è stata individuata.
Passa qualche giorno di apparente tranquillità, poi scoppia la tempesta. ItaliaOggi inizia una campagna denigratoria sulla scelta della candidata che si conclude con l’imprudente affermazione che Alessandra Poggiani non ha la laurea, poi viene chiarito che la laurea è stata presa in Gran Bretagna dopo un percorso – di tre anni in Italia presso il DAMS – Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo e un anno a Londra. Non si comprende ancora ad oggi se la laurea sia equipollente o meno, ma questo non mi riguarda.
Non vi nascondo che ho provato un po’ di amarezza, “porca miseria mai una cosa tranquilla in Italia” e adesso cosa accadrà?”
In rete esplodono le interpretazioni più radicali, tutte perfettamente argomentate tanto che alla fine commento ironicamente sulla bacheca di Andrea Lisi, in questo modo:
Volendo fare ordine nella questione è vero che nell’avviso pubblico non è prevista la laurea come titolo di studio, tuttavia da una lettura più attenta potrebbe rientrare la norma più generale per la pianta organica della P.A. che prevede, per il ruolo di dirigente di prima e seconda fascia, il titolo della laurea.
In ogni caso la Dott.ssa Poggiani avrebbe un documento del 24 gennaio 1997 in cui il CUN Consiglio Nazionale Universitario ha dichiarato qualcosa sulla sua laurea, non so cosa in verità perché non l’ho letto, però qualcosa di utile ci sarà scritto.
Conclusioni che devo tenere a mente
Voglio andare in ferie al mare e dimenticarmi del digitale in Italia
Le persone cambiano a seconda del Governo in carica. Se qualcuno si dichiara paladino della trasparenza, non vuol dire che lo sarà per sempre.
Le persone del web hanno mille opinioni rumorose, quando queste vengono affermate tutte insieme non si capisce più nulla, quindi ricordati di limitare l’uso del social network.
La laurea può essere un requisito previsto dalla legge ma anche no se attiene ad una persona amica. Lo puoi affermare anche se sei stato in precedenza contrario a “leggi ad personam”.
AgID nei prossimi anni gestirà due miliardi di euro in appalti e consulenze, quindi non è una posizione che può essere data al primo CV che capita, occorre far parte di quel “crony” di cui, solo oggi, ho imparato il significato grazie a questo intervento.
La Corte dei conti si pronuncerà sicuramente sulla questione Poggiani.
Ci sono persone che si costruiscono un reddito lavorando sulla scia del politico di turno, occorre tenerlo a mente quando si parla di tagli alla politica.
Sono stato candidato per l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, non sono stato scelto perché c’erano persone diversamente titolate da me. Questa volta è andata allo stesso modo.
Quando una persona ha qualcosa da nascondere, ti dice che ti richiama e poi non lo fa.
La torta c’è, anche gli invitati. Io resto a casa è meglio.