Perché non visiterò Expo2015
Il 13 marzo 2015 il presidente del Consiglio Matteo Renzi sull’Expo ha affermato: «è in ballo l’idea stessa dell’Italia».
In coscienza questa idea dell’Italia, non solo non la condivido quanto è quell’idea di: corruzione, illegalità, presappochismo, disattenzione, arroganza, furbizia, irriverenza verso il più debole che ogni giorno cerco di combattere.
Per questo non visiterò Expo2015, nei 184 giorni dell’Esposizione Universale dal 1 maggio al 31 ottobre, continuerò a lavorare a Milano, senza visitare l’esposizione del nulla.
Per comprendere le mie motivazioni occorre sapere, la nascita della candidatura di Milano e tutto il marcio che ne è derivato.
Iniziamo dalle tappe della candidatura e gli ambiziosi progetti incompiuti
Il 30 ottobre 2006 il Governo italiano sottopone al BIE (Bureau of International Expositions – Ufficio internazionale delle esposizioni) la lettera di candidatura di Milano per l’edizione 2015; il 3 novembre 2006: scadenza per la presentazione delle candidature per la Expo 2015. Italia e Turchia restano le sole due candidate; il 19 dicembre 2006 prima presentazione dei progetti di candidatura per le due città presso la sede parigina del BIE.
Milano supporta la sua candidatura con progetti ambiziosi e di grande impatto come:
- la Biblioteca Europea si proponeva di creare una “grande biblioteca pubblica” per un bacino di sette milioni di cittadini progetto sparito;
- la Città dello Sport si proponeva di creare un polo sportivo, con immenso stadio annesso, sui terreni di Rho-Pero progetto sparito;
- la Città della Giustizia si proponeva di creare a Porto di Mare, su un’area di 1 milione e 200 metri quadrati, entro il 2015 la la nuova cittadella della giustizia. Inizio lavori 2010 conclusione lavori 2015, progetto mai partito;
- il CERBA (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata) doveva sorgere nel Parco Sud, i terreni appartenevano alla Imco, la holding del gruppo Ligresti, che fallisce nel 2013 progetto mai partito;
- la Città del Gusto e della Salute doveva sorgere nell’ex macello tra via Lombroso e viale Molise progetto mai partito;
- le Vie di Terra e le Vie d’Acqua due progetti sulla mobilità: il primo sparisce del tutto, il secondo viene fortemente ridimensionato e non è ancora prevista la data di chiusura lavori;
- le nuove linee della Metropolitana sono nel caos. La Linea 4 da San Cristoforo FS a Linate Aeroporto 21 stazioni e 15 chilometri sostituita da bus navetta! La Linea 5 sarà finita ad ottobre per salutare l’Expo, per le altre l’eclissi è totale.
Gli scandali sui lavori
Lo chiamavano semplicemente il «Sistema». Non c’erano tanti giri di parole per aggiudicarsi, a suon di tangenti, appalti statali milionari tra questi il Palazzo Italia all’Expo.
Su questo, come sul 100% dei lavori dell’esposizione internazionale indaga la magistratura.
I ritardi e l’insabbiamento delle opere
Le opere terminate sono circa un terzo. Per nascondere le aree incompiute è stato fatto un bando di gara di un 1 milione e 100 mila euro, più 54 mila di oneri di sicurezza per “allestimenti di quinte di camouflage”. Praticamente scenografie teatrali per nascondere i cantieri aperti, le opere incompiute che mai saranno terminate.
La comunicazione imbarazzante e vergognosa
Da Verybello.it ai ristoranti della Toscana indicati nella Regione Emilia Romagna, passando da but anziché buy, ai siti non accessibili, alla grafica improvvisata, al David di Donatello e non di Michelangelo insomma ci fosse una cosa che sia filata liscia.
In sintesi, questa è la realtà, a cui ho deciso di non aderire, a cui ho deciso di non essere complice.
Se poi aggiungiamo a tutto questo: gli operai non pagati, i volontari ripagati con l’idea del sogno, il cibo dello sponsor con l’impiego di idrossido d’ammonio, i biglietti in bundle con la tessera di partito, le indagini della magistratura ad ogni livello, l’insicurezza delle aree da possibili attacchi terroristici e la disattenzione italiana e allora ditemi voi quale motivazione mi possa spingere a visitare “il peggio del nostro Paese”.