I tagli digitali di un Premier frettoloso e incoerente
Il Presidente del Consiglio, quello scelto dai tweet e dalla comunicazione politica, colui che l’11 novembre 2012 aveva lanciato durante la sua campagna delle primarie per il Partito Democratico il “Comitato digitale” ossia un team che avrebbe portato l’Italia ai massimi livelli di digitalizzazione, oggi ferma gli investimenti per la Pubblica Amministrazione digitale in Italia.
Ricordo che tra i membri del Comitato digitale la stampa riportava: Stefano Quintarelli, oggi parlamentare di Scelta Civica e molto attivo nel suo ruolo; Riccardo Luna oggi Digital Champion nonché Presidente dell’Associazione culturale Digital Champions.
A questo primo gruppo, dopo pochi mesi, Matteo Renzi ha aggiunto: Alessandra Poggiani, Direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale, in campo per soli 8 mesi preferendo poi la campagna elettorale in Veneto al fianco di Alessandra Moretti, Paolo Barberis attuale Consigliere per l’innovazione del Governo Renzi, il deputato Paolo Coppola deputato del Partito Democratico, noto come autore della norma “ammazza fax nella P.A.” e non per ultima Marianna Madia, Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, tutti al grido di: “digital first”!
Insomma, dopo sontuosi squilli di tromba, galattici progetti come lo SPID – macchiato da una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, le menti governative si sono sempre difese additando i “razionali digitali” come gufi e pessimisti, mentre tutto il Paese aspettava da questo “team da sogno digitale” la rivoluzione dell’efficienza nella P.A.
Invece questa rivoluzione, attesa da oltre vent’anni, con il tweet presidenziale è stata soffocata:A questo punto le ironiche domande sono: “la rivoluzione digitale fa risparmiare perchè si taglia la spesa dedicata?”; “Come uso i dati se non ho gli strumenti?”
Il Premier tuttavia, con altro tweet sembra indicare la soluzione anche per i giovani imprenditori e startup attraverso la riduzione dei costi e della burocrazia nell’agricoltura: “Andate a coltivare i carciofi!” sembra voglia dire con altro tweet.
Ma torniamo al taglio degli investimenti nella Pubblica Amministrazione che, tradotto in previsione normativa, vuol dire che nella Legge di Stabilità 2016 con l’articolo 29 viene previsto un taglio del 50% alle spese informatiche, quindi Sanità, Giustizia e Sicurezza saranno, in primo luogo i settori colpiti da questi tagli nel settore informatico.
Il taglio alla spesa previsto e quantificato è quasi di 3 miliardi di Euro considerando che, nel provvedimento citato, si indica il calcolo della misura come la proporzione della spesa IT media annua, sostenuta nel triennio 2013-15. Se detta spesa è all’incirca poco meno di 6 miliardi, il conto dei 3 miliardi torna perfettamente.
Questi i tagli di un Presidente del Consiglio: giovane, innovatore e rottamatore e che vedeva nel digitale la strada per modernizzare il Paese.
Figuriamoci se il Presidente Renzi non avesse avuto una squadra di esperti così importante, saremmo tornati alla penna e calamaio e, per far di conto, ad un coloratissimo pallottoliere.