La minoranza che fa rumore non può essere decidente
In democrazia tutte le voci hanno l’opportunità di essere ascoltate, comprese quelle delle minoranze, questo non vuol dire che le stesse seppur mediaticamente esposte rispettino il sentiment o meglio la volontà decisionale del Paese.
Spesso i gruppi minoritari sono molto attivi, grazie alla strumentalizzazione dei media e dei social, pertanto possono sembrare possedere un impatto sproporzionato rispetto al loro effettivo numero, apparendo all’opinione pubblica socialmente determinanti.
Da sempre, la sfida per la democrazia è equilibrare i diritti e le opinioni delle minoranze con la volontà decisionale della maggioranza.
Un sistema democratico sano dovrebbe cercare di proteggere i diritti delle minoranze, evitando la “dittatura della maggioranza” ed è questa ricerca di equilibrio una delle questioni centrali della democrazia moderna.
Nella strategia della comunicazione è importante comprendere che la “rumorosità mediatica” delle minoranze è un sintomo di una democrazia positiva e funzionante, allo stesso tempo perchè queste voci possono mettere in evidenza problemi o questioni che altrimenti potrebbero essere trascurate dalla maggioranza, contribuendo di fatto ad una discussione politica più ampia e profonda. In questo senso, le minoranze rumorose possono essere viste come un “feature” della democrazia, non come un “bug” della stessa.
L’altra faccia della medaglia è che occorre tener presente che quando la voce delle minoranze diventa mediaticamente dominante da sovrastare quella della maggioranza si rischia di creare un problema per l’equilibrio delle volontà elettoralmente espresse.
Questo fenomeno mediatico può verificarsi a causa di vari fattori, come le disuguaglianze nel potere di accesso ai media determinati da lobby o il modo in cui le piattaforme di social media vanno ad amplificare determinati tipi di messaggi.
Per questo una democrazia digitale sana e matura dovrebbe prevedere meccanismi per affrontare e risolvere le tensioni tra opinioni diverse garantendo alla maggioranza, democraticamente consolidata, la responsabilità di tracciare il modello giuridico-sociale e alla minoranza il diritto di contestarle proponendone di nuove.