AgCom e la protesta del rubamazzetto
“Il rubamazzetto o rubamazzo è un gioco di carte molto diffuso in Italia attraverso un mazzo da 40 carte, divise in 4 semi di 10 carte ciascuno viene giocato per lo più da 2 persone. Le regole del gioco sono molto semplici tanto da essere preferito dai bambini che iniziano ad apprendere l’uso delle carte da gioco.
Le carte conquistate sono scoperte e questo favorisce “il rubamazzetto”, secondo le più elementari norme di gioco.”
In questi giorni, il web italiano è inondato da petizioni online, notti bianche, adunate virtuali, gruppi su Facebook, tutti terrorizzati per l’imminente morte del web a causa della censura proposta dall’AgCom.
Un conflitto ideologico ormai è aperto, mentre il diritto d’autore è la vera vittima complice la difficoltà che i legislatori incontrano con la materia in relazione ad una Società sempre più tecnologica, sempre più anetica nella condotta.
L’AgCom più o meno in buona fede, solo alla pubblicazione della delibera potremo affermarlo, cerca di porre rimedio attraverso un procedimento amministrativo con il quale il soggetto che ritiene leso il proprio diritto d’autore può ricorrere all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni chiedendo un provvedimento che tuteli il proprio interesse. Lo farà bene, lo farà male, tocca giudicarlo “solo” al momento dell’assunzione della Delibera.
Sappiamo che il ricorso amministrativo all’Autorità è qualcosa che già il cittadino e le aziende conoscono, tanto per fare un esempio: l’”Autorità garante per la protezione dei dati personali” può ingiungere il blocco del trattamento ad una persona fisica o giuridica responsabile di aver violato le norme a tutela del dato.
Questo ha i suoi vantaggi: tempi, economia, specificità della materia.
Personalmente sono favorevole ad una soluzione amministrativa che, nel breve tempo, mi tuteli i diritti senza attendere la giustizia ordinaria che ha dei tempi di risposta biblici con procedure che infliggono al cittadino costi e preoccupazioni, tuttavia sono contestualmente preoccupato se “detta soluzione” non tenga conto dei diritti della persona, tra questi quello inerente la libertà di espressione.
Ho aderito da qualche mese al movimento Sitononraggiungibile, promosso inizialmente da Fulvio Sarzana e Marco Scialdone – poi incrementato da Assoprovider, Adiconsum e altri – in quanto si è posto come movimento di vigilanza culturale e giuridica, nei confronti della delibera dell’AgCom.
Adesso mi trovo un po’ in difficoltà in quanto la campagna avviata da Agoràdigitale, non solo avoca a sé leadership che non le competono quanto si è tinta di proclami giuridici inesatti come: “No alla censura”, o peggio, ha assunto connotazioni che non amo veder accostare alla Rete.
Ho sempre affermato che la Politica debba essere fuori da Internet, che la Rete non è rossa, gialla, nera, viola o di chiunque la voglia strumentalizzare per fini elettorali. La Rete è soggetta solo al diritto che regola i fenomeni sociali e tra questi inevitabilmente i rapporti tra le persone che dialogano attraverso la telematica.
Internet non deve diventare l’espressione di un Governo, non deve diventare soggetta a temporanee discipline a seconda se il Governo sia di area progressista o conservatrice, Internet è della Gente e pertanto è di tutti.
Un punto interrogativo, me lo concedo.
Buon Internet a tutti, quella non strumentalizzata.
*video del 04 dicembre 2008