Intervista a Massimo Melica per Next Open Innovation
Ciao Massimo. Puoi presentarti rapidamente?
Ho 45 anni, avvocato nonché managing partner dello Studio Melica, Scandelin & Partners presente a Milano, Roma e Bologna. Ho avuto la fortuna di iniziare ad occuparmi nel 1992 di diritto applicato alle nuove tecnologie con forme di consulenza per la gestione bancaria delle carte di credito e bancomat, di conseguenza le successive tematiche giuridiche legate ad internet e all’innovazione sono diventate, prima ancora del mio core business, la mia passione. Dal 2009 presiedo l’Associazione Innovatori che ha promosso la Carta Etica Digitale.
Che cosa significa per te “innovare”? Quali sono i tre principali requisiti per poter innovare oggi in Italia?
Semplicemente mi rifaccio all’etimologia della parola “Innovare” che deriva dal latino “in” particella e da “novare” (novus=nuovo) fare nuovo. L’innovazione è il rivedere qualunque processo: dal produttivo al gestionale trovando nuove soluzioni. Il motore dell’innovazione dunque è l’interpretare i processi e riproporli da punti di vista diversi.
In Italia i requisiti sono essenzialmente: passione, creatività e coraggio.
L’ultimo requisito è il più importante perche nel nostro Paese “innovare” è estremamente difficile, occorre trovare i fondi per la ricerca, occorre superare gli ostacoli posti da una mentalità chiusa e poco incline al cambiamento, occorre infine confrontarsi con gli aspetti burocratici e normativi di una Pubblica Amministrazione in attesa di un concreto processo innovativo. Senza coraggio non c’è innovazione e senza innovazione c’è la mediocrità.
Quali sono le innovazioni che, secondo te, hanno segnato il 2009 in Italia? E all’estero?
Il 2009 è stato l’anno europeo dell’Innovazione e della creatività, tuttavia, anche a causa della “bolla finanziaria” e della conseguente crisi economica che ha investito i maggiori Paesi industrializzati, si è prodotta un’innovazione di pensiero in quanto si è iniziato a parlare di etica e non solo di tecnologia e di profitto.
Fatta questa premessa generale, i social network su scala mondiale e in Italia la Posta Elettronica Certificata (PEC) sono stati elementi caratterizzanti nel 2009. I primi hanno permesso una maggiore diffusione di Internet avvicinando nuovi utenti; la PEC con coraggio e nonostante permanga qualche dubbio interpretativo, è stata imposta per legge in Italia alle aziende, alle amministrazioni pubbliche, ai liberi professionisti con lo scopo di favorire e sviluppare il dialogo telematico.
… e quelle che segneranno il 2010?
Sicuramente il 2010 sarà caratterizzato dallo sviluppo dell’e-book, cominceremo a usare nuovi “device” sempre più integrati tra connettività e lettura dati che favoriranno applicazioni di social network nonché di intrattenimento multimediale.
Qual e’ stata, a tuo parere, la più grande innovazione nelle telecomunicazioni degli ultimi 10 anni in Italia? E all’estero?
Le grandi innovazioni nel campo delle telecomunicazioni non possono essere ricondotte o limitate a confini geografici.
Credo che una delle più grandi innovazioni dell’ultimo decennio sia stata lo sviluppo delle reti wireless che da una parte hanno semplificato le infrastrutture domestiche eliminando cavi e hub, dall’altra hanno dato il via a “device” sempre più piccoli, performanti e user friendly che hanno reso il “mobile” più vicino al personal computer e viceversa.
Se potessi consegnare il Premio 2009 per “l’azienda italiana più innovativa”, lo daresti a …? Perché?
Un premio lo darei a Studio Informatica una piccola, ma operosa azienda di Piacenza che nel 2009 ha immesso nel mercato un’applicazione che ha risolto i problemi di coloro che per obblighi di legge sono chiamati ad usare la Posta Elettronica Certificata.
Come sappiamo la gestione delle ricevute di accettazione e avvenuta ricezione sono difficilissime da gestire, le stesse hanno validità legale ed è importante gestirle, anche nel tempo, con idonee accortezze. Lo studio dell’applicazione iniziato un anno prima e il fatto che ancor’oggi neanche i certificatori di PEC sono pronti con dei loro prodotti, testimonia come è stata condotta un’innovazione creativa, utile e coraggiosa.
Quale potrebbe essere la prossima killer application destinata a rivoluzionare il mondo del mobile, web e media in generale?
L’accentramento di prodotti e servizi che le aziende rendono, spesso in forma apparentemente gratuita salvo poi gestire i nostri dati personali, credo che costituisca una sorta di “black killer application”. L’importante è avere una “vigilanza culturale” affinché non si costituiscano monopoli di fatto che possono creare un pericolo per gli utenti sotto il profilo della privacy e della riservatezza ovvero schiacciare l’imprenditoria locale incapace di fronteggiare la disparità di forze e di mezzi posti sul mercato da aziende operanti nel “mercato globale”.
Quale futuro vedi per i social network? Possono essere uno strumento per incentivare e condividere nuove forme di innovazione?
I social network sono entrati nell’uso quotidiano per milioni di persone, ritengo che difficilmente possano essere un fenomeno in regressione. Sull’utilità dei social network, nati per incentivare e condividere idee e progetti tra gli iscritti, almeno nell’utilizzo in Italia, sono un po’ perplesso in quanto i più diffusi come Facebook, Twitter e Friendfeed sono usati, in larga scala, per fini prevalentemente poco professionali depauperando di fatto la mission per i quali sono nati.
Quale consiglio potresti dare oggi ai giovani intenzionati a sviluppare soluzioni innovative per internet media e mobile?
Partirei da un’esortazione di massima: “non permettete ad alcuno di impedirvi di realizzare i vostri sogni”. Le scale economiche e commerciali sono ribaltate dall’uso delle nuove tecnologie, il prossimo futuro vedrà una reingegnerizzazione delle competenze professionali, dei servizi e delle richieste di un mercato sempre più orientato alla connettività.
Le soluzioni per internet e per mobile dovranno concepire un passaggio dal mondo analogico al digitale e nessun campo potrà essere ignorato: dalla sicurezza delle infrastrutture all’entertainment distribuito su multipiattaforme sino alla Pubblica Amministrazione che dovrà necessariamente abbandonare la carta per il bit.
Your Question! Una domanda che vorresti ti facessero.
Qual è il futuro di Internet?
Internet è lo strumento principe dell’innovazione, esso è formato da persone che dialogano tra loro favorendo processi produttivi e di garanzia democratica. Oggi, questo prezioso strumento è esposto ad un duplice pericolo il primo da parte di chi desidera, senza conoscerlo, applicarvi censure e limitazioni e il secondo pericolo è dato da chi si ostina a volerlo affidato ad utenti poco consapevoli che lo rendono rischioso e privo di regole.
Ritengo che un corretto bilanciamento, favorito da regole etiche e norme condivise, possa favorire un uso responsabile e consapevole della risorsa telematica da parte dei suoi utenti, assicurando un democratico sviluppo che assicuri alle nuove generazioni libertà digitali e opportunità di crescita.