Dimenticare lo ius soli con responsabilità
Riparte oggi la vita del Parlamento dopo la pausa estiva. Un rinvio molto vistoso riguarda la discussione dello ius soli. Il disegno di legge di casa Pd ha suscitato a giugno polemiche accesissime.
Concedere la cittadinanza italiana, al di là di appropriazioni ideologiche spicciole, significa anche concedere la cittadinanza europea. Quindi, il discorso mi sembra rilevante, e diventa irresponsabile liquidarlo con una presa di posizione a priori.
Sono contrario allo ius soli puro, istituto giuridico non presente in nessun altro paese europeo dalla secolare storia.
Ricevere la cittadinanza italiana attraverso lo ius sanguinis viene da molti considerato discriminatorio. Pietro Grasso, presidente del Senato, parla di “ingiustizia” riferendosi ai minori italiani che da anni frequentano la scuola e sono perfettamente integrati, eppure non hanno la cittadinanza italiana.Ma cosa cambia, se hanno comunque gli stessi diritti e opportunità dei nati da genitori italiani?Si risponde allora con l’argomento del discriminatorio.
Discriminazione è diverso trattamento in condizione uguale. Ma è davvero lo stesso nascere da due genitori che sono cittadini italiani e nascere invece da almeno un genitore che si trova legalmente in Italia, e almeno da 5 anni?
Una situazione diversa implica status diversi.
La cittadinanza è uno status che implica diritti e doveri civili.Apprendo che fino alla fine di settembre la discussione sullo Ius soli resterà congelata, questo mi fa pensare che non sarà più portata all’attenzione del Senato, i vitalizi scatteranno il prossimo 15 settembre e nessuna maggioranza parlamentare, anche in caso di fiducia, sarà disposta a votare questa legge.
Ma qual è a questo punto la soluzione possibile per creare ottimi cittadini?
Abbiamo un’istituzione che è preposta all’insegnamento dei diritti e doveri, la Scuola Pubblica.
E’ lei che si occupa di formare cittadini, coadiuvando la famiglia.
Lasciamo che continui a farlo, in maniera più efficiente e supportata da investimenti dignitosi, fino alla conclusione del percorso formativo.
Senza discriminare.