Generazione incollata un fenomeno tutto italiano
L’Italia è un luogo che, dal dopoguerra ad oggi, ha visto radicarsi il concetto del “teniamoci stretta la poltrona”.
Politici, professori universitari, baroni della medicina sono le figure di maggior riferimento esemplificativo nell’immaginario collettivo, tuttavia occorre cercare di comprendere – ove possibile – come nasca questo fenomeno.
Chiaramente le mie riflessioni saranno empiriche, non basate su alcuna ricerca scientifica e su dati letti nel web avendo usato semplici chiavi di ricerca: “età media (professione) in Italia”. Detto ciò, nel proseguire la lettura, vi assumente il rischio di non condividere le mie idee.
Un primo motivo si basa sull’aspetto psicologico basato sulla privazione economica che hanno vissuto i giovani nel dopoguerra, ovvero quelli nati tra il 1943 e il 1953 e che oggi hanno un’età compresa tra i 69 e i 59 anni d’età. Queste persone, tutt’ora nel pieno dell’attività dirigenziale hanno vissuto le privazioni sociali degli anni della ricostruzione, questo li ha portati a legarsi “morbosamente” ai beni conquistati, al potere acquisito, al comando esercitato.
Aggiungiamo anche che si sono affermati professionalmente negli anni settanta ovvero in quel primo vero ed unico cambio generazionale in Italia, anni in cui la precedente leadership del Paese si è naturalmente estinta.
Un esempio: i nostri parlamentari hanno l’età media di 59 anni, i professori ordinari presso le università 58 anni, i medici 57 anni, i giornalisti 54 anni, infine gli avvocati sono apparentemente più giovani anche grazie ad un numero enorme ben oltre i 280.000.
Un secondo motivo è che ogni “personaggio di potere” è portatore di interessi settoriali, lobby occulte, case farmaceutiche, distribuzione di incarichi pubblici e di cattedre, difesa inconsapevole della propria posizione condivisa con altri di pari grado e pari età.
Un terzo motivo è dato dalla rete parentale posta a difesa della posizione dominante, chi ha sistemato il figlio, chi la nuora, chi il cugino, chi ha l’amico dell’amico…insomma una rete di amicizie e conoscenze fedeli capace di spingere i giovani talenti all’estero in cui: meritocrazia e competenza sembrano determinare le linee guida della Società
Che fare davanti questa #generazioneincollata ?
In pratica si può fare ben poco, da tempo è stata scoperta, ma non si riesce ad invitarla a farsi da parte.
Chiaramente il conflitto non nasce tra giovani e vecchi per meri fattori anagrafici, ma tra coloro che negli anni hanno radicato un potere e coloro che oggi non hanno sbocchi lavorativi per guadagnarsi una dignità sociale.
Possiamo parlarne sul web, possiamo beffeggiarla con l’hashtag #generazioneincollata ma dubito che si possa eroderla a meno che non si inasprisca il conflitto generazionale che, come tutti gli scontri, non lascia mai dei veri vincitori.