Graziano Stacchio, l’Italia che non gira lo sguardo dall’altra parte
Viviamo in una società complessa, sempre più veloce, sempre più egoista, sempre più individualista.
Nelle grandi metropoli, come Roma, Milano e Napoli, siamo arrivati a stupirci se – trovandoci in difficoltà – uno sconosciuto si ferma ad aiutarci.
I casi che potrei elencare sono tanti: “la signora anziana che cade e nessuno si ferma per aiutarla, il furto sulla metro e nessuno interviene per mettere il borseggiatore in fuga, l’anziano che resta chiuso in ascensore, suona incessantemente l’allarme, ma nessuno esce dalle proprie case”.
Le ragioni, di ciò che definisco malessere sociale, sono diverse: “non è compito mio; arriverà la polizia; può essere una trappola; posso rischiare di prendermi una coltellata o un pugno; mi faccio i cazzi miei e vivrò cento anni”.
Poi arriva la notizia di Graziano Stacchio, benzinaio quasi in pensione – senza precedenti penali – premiato nel 1978 con una medaglia al valor civile per aver salvato la vita a una giovane donna che stava annegando in un fiume in piena dentro la sua auto, che nel piccolo paese di Nanto, in provincia di Vicenza, interviene per mettere in fuga dei rapinatori armati di mazze e kalashnikov.
I quotidiani locali riportano la sequenza dei fatti: “i rapinatori arrivano con due macchine verso le 19.00, è buio, iniziano a sfondare la porta della gioielleria, all’interno c’è una giovane commessa, alcuni passanti gridano per mettere in fuga i rapinatori ma senza risultato, Graziano entra nel suo ufficio, prende una chiave, apre l’armadietto in cui detiene regolarmente un fucile da caccia, esce e spara in aria, un rapinatore risponde al fuoco, il benzinaio spara alle gambe ferendo il rapinatore, i criminali a questo punto scappano e il delinquente ferito alle gambe morirà qualche ora dopo dissanguato.”
La Procura della Repubblica apre un fascicolo, come atto dovuto, l’ipotesi di reato è di eccesso colposo in legittima difesa, la popolazione si schiera per l’anziano benzinaio.
La domanda più importante è perché siamo arrivati a questo punto, in cui si è costretti ad intervenire, in mancanza di uno Stato serio, efficiente e responsabile. Ci sentiamo sempre più soli ogni volta che usciamo di casa.
Eppure la soluzione c’è, tornare ad essere una comunità: coraggiosa, solidale, unita. Riscrivere con le nostre condotte quel senso di società civile che i nostri padri hanno vissuto, in cui il delinquente veniva emarginato e non mandato in televisione o peggio in politica ad amministrare la cosa pubblica.
Le brave persone ci sono, la scorsa settimana ho apprezzato molto l’intervento di Fabio Lalli, giovane padre di due figli, che in una via della centralissima Capitale ha provato a fermare due rapinatori.
Dobbiamo comprendere che intervenire, sempre e in tanti, non serve a difendere il patrimonio ma le nostre stesse vite.
Sul benzinaio ognuno ha posto il suo interrogativo: Eroe? Giustiziere? Assassino? Soccorritore?
Tutti abbiamo fornito una risposta, io so solo che – se dovessi trovarmi in pericolo – vorrei un Graziano Stacchio vicino a me.