Guerra e videogiochi tra realtà e fantasia
GAZA, TG E VIDEOGIOCO Ero a casa di un amico, guardavamo il telegiornale e proprio in quel momento viene trasmesso un servizio sul bombardamento a Gaza.
Nello stesso istante entra nella stanza il figlio di undici anni che, con tono sorpreso e irato, dice: “Avete iniziato a giocare ad Ace Combat e non mi avete chiamato?”
Sarebbe stato troppo facile spiegare che quelli della mia età sono nati vent’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, hanno avuto familiari scossi dalla realtà della guerra, sono cresciuti con un ricordo molto vivo di quel tragico evento, sanno distinguere la realtà dal videogioco.
Sono rimasto silente, mentre colui che é padre ha rassicurato il figlio di non aver preso la sua consolle.
Va tutto bene, va tutto bene Massimo, sforzati di pensare che vada tutto bene altrimenti passi per un non innovatore o peggio per un rigido conservatore del pensiero legato alla ragione.