Hervè Falciani e la casta degli evasori
Ho prenotato il libro qualche giorno fa ed esattamente alle ore 00,01 del 18 febbraio – data di inizio delle vendite – Amazon mi ha dato la possibilità di ottenere il libro sul mio Kindle. Mi son detto: “mi leggo qualche schermata e poi vado a dormire”.
L’autore, Hervè Falciani, è un giovane italo-francese che, approfittando del suo impiego con mansione di archivista informatico presso la Hsbc Private Bank di Ginevra, ha trafugato dei dati, redigendo delle liste contenenti i dati anagrafici e l’ammontare dei capitali dei clienti dell’istituto bancario per cui lavorava.
Successivamente il Falciani ha venduto queste liste alle autorità francesi che hanno avuto modo di perseguire i connazionali evasori ma senza raggiungere un positivo risultato, non essendo le prove utilizzabili in giudizio in quanto acquisite illegalmente.
La lista completa trafugata, dei correntisti nella banca svizzera, è di 130.000 posizioni, tra queste 700 riguardano cittadini italiani che risultano iscritti nel registro degli indagati presso la Procura di Roma.
Il totale dell’evasione fiscale, denunciata dal Falcinai, è di circa 180 miliardi di euro.
Il libro è scritto in collaborazione con il giornalista de Il Sole 24 Ore, Angelo Mincuzzi – mio compagno di classe alle scuole elementari – che prova a rendere in forma narrativa un tema complesso e tecnico come quello economico finanziario.
Giornalisticamente la vicenda – che descrive posizioni contabili che risalgono a qualche anno fa – ha preso il nome di Swiss Leaks, mi ha spinto a due riflessioni.
La prima se sia possibile arginare modalità e strategie “evasive” poste in essere da una classe che non solo evade quanto decide le regole del gioco; la seconda “se potranno essere perseguiti in giudizio gli evasori con le prove acquisite in modo illegittimo”.
Poi una riflessione-domanda verso i grandi evasori: “si accumulano grandi ricchezze, immobilizzate su conti bancari, che poggiano sulle vite e sulle sofferenze di milioni di persone che perdono l’accesso ai diritti e alla democrazia”.
Occorre essere degli immensi egoisti per credere che ne valga la pena.