La mia Hiroshima 広島市
Lo confesso, non avevo ancora compreso il pericolo dell’uso delle armi nucleari sino a che non ho visitato la città di Hiroshima.
Ma partiamo con ordine.
Giunti in città si notano due cose: la prima che é una città modernissima, efficiente come tutto il Giappone e la seconda che si respira un’area surreale.
Mi spiego: ovunque regna il silenzio, il traffico, il tram, i negozi tutti emettono un suono che globalmente é imparagonabile al frastuono in via Torino o piazza San Babila a Milano, nelle ore di punta. Da una parte l’uso di autovetture elettriche, dall’altra il profondo rispetto civico che responsabilizza chiunque arrivi in città.
Appena arrivati e scendendo nel sottopassaggio della stazione ci si immerge in quello che ufficialmente é il messaggio che costituisce le fondamenta di questa città: “lavorare per la pace tra gli uomini”.
Un cuore di bronzo, con decine di colombe che volano verso di esso, é la prima scultura che riveste la zona underground della stazione.
Dopo un breve tragitto in tram, si giunge al Museo della Pace e qui non si può parlare di attrazione turistica, ma é doveroso nonché corretto, parlare di pellegrinaggio in un luogo che il 6 agosto 1945 ha segnato la storia dell’Uomo.
Giunto al parco del Peace Memorial Museum, l’area in cui è esplosa la bomba atomica, la mia vita é cambiata, e cercherò di raccontarvi seppur nella difficoltà di riportare ogni emozione che mi ho visto, percepito, vissuto, emozionato, commosso.
Il Museo della Pace é un luogo sacro per l’umanità, sono entrato con tre ragazzotti americani con le tipiche maglie da football e i fisici palestrati, dopo la prima stanza gli ho visti uscire in lacrime…non hanno continuato la visita.
Mi hanno riferito che queste scene non sono rare da vedere.
Razionalmente penso che queste siano suggestioni e continuo la visita, un po’ impettito per essere, in quel momento, l’unico italiano presente ma ad un certo punto e senza che me ne accorgessi ho iniziato a vedere le immagini sfocate, strizzo gli occhi il mio viso era pieno di lacrime.
Fanculo, penso ora mi prenderanno per un bambino!
Provo a pensare a qualcosa di ridicolo, ma nulla in quell’atmosfera é impossibile non vivere la tragedia che in pochi secondi ha strappato la vita a 200.000 persone e che nel corso degli anni successivi più di 100.000 persone sono morte per gli effetti delle radiazioni.
A scuola avevo studiato che il lancio della boma atomica era servito per porre fine alla seconda guerra mondiale, che Einstein, sospettando l’enorme forza distruttiva della bomba, avesse chiesto che non fosse lanciata sulla Germania, sulla sua terra di origine, per questo gli americani decisero di farlo sul Giappone…in fin dei conti un’isola ed il mare avrebbe contenuto i danni.
Lo scoppio avvenne a 600 metri di altezza dal suolo, in pochi secondi la temperatura superò i 3.000 gradi, le persone si buttarono nel fiume per sfuggire alla torrida luce, ma l’acqua bolliva e morirono all’istante.
Chi si trovava a sei chilometri dall’esplosione rimase ustionato al 90% e morì nelle ore successive con gli organi interni ustionati, altri videro dalle unghie colare il grasso della loro pelle, i palazzi si disintegrarono, una campana di bronzo si sciolse in pochi secondi, i bambini scomparvero in un soffio.
Termino il post qui, ogni parola è superflua, lo faccio con la frase che pronuncio’ l’illuminato Ministro degli esteri al termine della seconda guerra mondiale: “Il Giappone ha perso la guerra ma vincerà la Pace”, così è stato.