Il problema del traffico di Roma non si risolve con la tassa sui parcheggi
Egr. Sig. Sindaco
Dott. Ignazio Marino,
Le scrivo scevro da ogni finalità politica, dettando il mio intervento su basi razionali urbanistiche ed organizzative e, con identico spirito, La esorto a considerare questa mia riflessione.
Gli organi di stampa hanno annunciato che adotterà, in questi giorni, l’aumento del costo orario dei parcometri a 1,5 euro l’ora, abolirà l’abbonamento mensile di 70 euro e quello giornaliero di 4 euro, vieterà il parcheggio gratis ai residenti e questo non solo nel centro storico, quanto in tutta l’area urbana di Roma.
Come Lei non sono nato a Roma, sono residente a Bologna e frequento per lavoro questa meravigliosa città, a cui ho dedicato un pezzo del mio cuore, ritenendola la culla della Storia dell’Uomo.
Oggi Roma ha una infinità di problemi: traffico, criminalità, disorganizzazione, maleducazione, sporcizia, incuria, mancanza di opere di restauro; insomma Lei si ritrova con centinaia di problemi da risolvere e probabilmente non sa da dove iniziare.
Mi permetto di consigliarLe di non iniziare ponendo la misura di cui sopra, perchè non si risolve il problema penalizzando le autovetture quando sono ferme e mi permetto di sintetizzarle alcuni motivi:
Viabilità
Roma, come tutte le grandi città, è l’insieme di diverse realtà che si coniugano tra loro.
Il problema del traffico del centro storico ha una natura diametralmente opposta a quello di Centocelle, di Salario, di Trieste. Prima di adottare l’aumento dei parcometri è stato effettuato uno studio sulla viabilità?
Non credo, perché Lei è da troppo poco tempo Sindaco di Roma ed uno studio serio avrebbe bisogno di almeno 18 mesi di attenta osservazione. Quindi la sua proposta non è supportata da analisi tecnico-scientifiche. Frutto di analisi sommarie che non meritano di essere accolte perchè non suffragate da dati scientifici.
Lei lavora vicino piazza Venezia, ha mai notato come il traffico venga generato dall’attraversamento dei pedoni? Da centinaia di turisti che attraversano, o meglio cercano di attraversare, la piazza sulle strisce?
E’ tanto difficile prevedere dei semafori pedonali in modo da evitare la gimcana dei pedoni e le schivate delle macchine sui bersagli a due gambe?
Sig. Sindaco, con due semafori pedonali, sicuramente il flusso sarebbe risolto o migliorato. Proviamoci!
Sicurezza
Le strade sono piene di buche, un pericolo costante per le due ruote, una continua imprecazione per gli automobilisti che spesso devono cambiare i cerchioni, ammortizzatori e copertoni molto prima rispetto alle indicazioni previste dalla casa automobilistica. Possiamo intervenire?
L’utilizzo della bicicletta è sempre auspicabile, molto meglio della moto ed aiuta anche: non solo a mantenere la linea quanto a respirare le polveri sottili…
Si, Sig. Sindaco, non nascondiamoci dietro falsi proclami. Girare in bici a Roma è estremamente pericoloso a meno che non si abbia una scorta di due agenti di polizia municipale al fianco che incutono rispetto verso gli automobilisti.
Ho comprato una bici, ho la fattura come prova, mi hanno fatto cascare due volte: la prima su via Salaria angolo con piazza Fiume e una volta su viale Eritrea. In entrambi i casi chi gira a destra non ha messo la freccia e non ha guardato nello specchio retrovisore la presenza di una bici o se l’ha vista avrà pensato: “tanto sono più grosso, si dovrà fermare lui”.
Perché questa è la filosofia sulle strade di Roma.
Economia
Della precedente amministrazione faccio fatica a salvare più di due interventi. Tuttavia uno dei due è quello con il quale si prevede l’abbonamento sia mensile sia giornaliero sulle strisce blu. Una grande cosa considerando che si è liberato l’utente dalla necessità di procurarsi monetine, dal vincolo degli orari e, aggiungo, ha prodotto un impatto economicamente più sostenibile per il cittadino.
Proprio questo vogliamo togliere?
Facile dire: “usate i mezzi pubblici”; difficile è prenderli agli orari prestabiliti in quanto i ritardi sono enormi anche dovuti ad una Città che ospita numerose manifestazioni e scioperi di vario genere.
Chi prende la vettura alle sei e trenta del mattino per andare al lavoro e prima accompagnare i figli a scuola, non lo fa per piacere. Chi deve prendere l’auto, mi creda, sarebbe felice di guadagnare un’ora di sonno e prendere un autobus o la metro, ma a meno di viaggiare come un deportato, senza la certezza di rispettare la tabella di marcia, ciò risulta impossibile.
Allora che fare?
Analisi, ricerca e studio di soluzioni migliorative che interessino prima di tutto le modalità di flusso del traffico urbano: corsie preferenziali per autobus e taxi, revisione dei sensi di marcia per le vie che portano al centro e soprattutto una comunicazione che spinga i Romani ad amare la propria casa.
Perché prima ancora dei soldi abbiamo bisogno di credere nella nostra comunità.
La saluto, non prima di augurarLe un razionale lavoro.
Massimo Melica
(ospite a Roma)
p.s.
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