La definisco Intelligenza Ampliata e purtroppo non gioverà agli analfabeti funzionali
Ogni giorno sentiamo parlare di ‘intelligenza artificiale, sulle sue potenzialità, sui suoi pericoli.
Personalmente, al di là delle prestigiose definizioni amo parlare dell’intelligenza artificiale (AI) come “intelligenza ampliata” e i motivi empirici – tra il serio e il faceto – sono tanti.
Ho provato, grazie ad una App di intelligenza artificiale generativa installata sullo smartphone, di spiegare ad amici e conoscenti l’enorme capacità di questo nuovo orizzonte della conoscenza rappresentato da complessi algoritmi ed istruzioni che, alimentati da una o più banche dati, coadiuvano l’Uomo nella gestione e sviluppo della conoscenza.
I risultati ottenuti sono stati diversi, il mio garagista Nando mi ha chiesto di interrogare l’AI su chi vincerà il campionato di serie A; al bancone del bar, Damiano che prepara un ottimo cappuccino, mi ha chiesto di interrogare l’AI su come conquistare più ragazze in discoteca, il Collega di studio mi ha chiesto di interrogare l’AI per scrivere un contratto complesso su cui da giorni non ne veniva a capo, l’anziana zia Ada mi ha chiesto i numeri vincenti per il SuperEnalotto.
Quattro umanità diverse, quattro modalità distinte nel porre una domanda ambiziosa alla nuova tecnologia vista come il vate del millennio appena iniziato.
A Nando ho dovuto letteralmente spiegare che l’AI è un sistema che non può fornire i risultati futuri di eventi sportivi, inclusi i vincitori del campionato di calcio di Serie A perché queste informazioni predittive esulano dalle capacità di un algoritmo in quanto le varianti naturali sono innumerevoli. La stessa AI, interrogata, ha suggerito testualmente: “di consultare le ultime notizie sportive attraverso fonti affidabili online o trasmissioni sportive aggiornate“.
La risposta a Damiano è stata più articolata, dopo aver dato consigli sul dress code, sulla pulizia e sulla cura del corpo, ha illustrato condivisibili elementi fondanti in un rapporto tra persone quali il rispetto, la gentilezza, l’educazione, il sincero interesse verso l’altro. Qui Damiano è rimasto un po’ deluso per la complessità delle informazioni ricevute relegando il tutto ad un materialistico “le offro da bere”.
Il Collega di studio, dopo una decina di istruzioni impartite al prompt è riuscito ad ottenere un modello di contratto da cui partire, tradotto nelle tre lingue di interesse, per poi apportare allo stesso modifiche, integrazioni, correzioni al fine di ottenere un risultato idoneo.
La zia Ada, di 89 anni, è stata la più delusa di tutti non avendo ottenuto i numeri vincenti ha bocciato l’intelligenza artificiale, anche perché lo schermo dello smartphone ha i caratteri troppo piccoli e si è allontanata affermando “la televisione è migliore”.
Ognuno può fare con AI gli esperimenti o meglio le esperienze che ritiene ma una cosa è certa, l’intelligenza artificiale amplia la conoscenza di chi già la detiene, per gli altri purtroppo porrà un velo sottile sull’ignoranza manifesta.
In questo momento l’innovazione strumentale che viviamo amo definirla “intelligenza ampliata” ossia quella positiva integrazione e sinergica tra le capacità umane e artificiali per il miglioramento delle performance in vari campi, dalla medicina all’istruzione, dal business alla scienza, dallo sport all’intrattenimento.
Immagino sui social i tuttologi esaltati dall’AI ancora più esperti in un colpo solo di epidemie, vaccini, chimica, geopolitica, strategie militari, tennis, calcio, musica, diritto e politica cosa potranno fare con l’AI andando a sostituire la vecchia affermazione “l’ho letto su Google” con un più ridondante “me lo ha detto Bard e ChatGPT”.
Per farla breve l’intelligenza ampliata rinforzerà coloro che già possiedono un bagaglio di conoscenza elevato mentre per tutti gli altri – come gli analfabeti funzionali – il rischio concreto sarà nella ridondanza delle teorie più assurde, questa volta generate e supportate innocentemente dall’intelligenza artificiale malamente utilizzata e ciò porterà la ridondanza delle teorie più assurde.
Ci sarà da divertirsi o forse no.