Legittima difesa: il caso del pensionato di Vaprio d’Adda
L’incriminazione per omicidio volontario di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda che ha ucciso il ladro entrato in casa sua e sopreso durante la notte non può essere giuridicamente interpretata come “omicidio volontario.
L’istituto della legittima difesa prevede con il novellato art. 52 della Legge, 13/02/2006 n° 59 che nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere.
In sintesi la legittima difesa è ammessa per tutelare e difendere:
a) la propria o altrui incolumità;
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.
Tali requisiti si applicano anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.
Nel caso del pensionato di Vaprio d’Adda, occorre evidenziare che:
1) Il soggetto aggredito deteneva regolarmente l’arma da fuoco all’interno del proprio domicilio;
2) L’aggressore si è introdotto furtivamente nel domicilio altrui;
3) L’aggredito non aveva possibilità di allontanarsi al fine di porre fine al pericolo dell’aggressione in quanto si trovava all’interno della sua abitazione.
Sul terzo punto, la posizione del pensionato si rafforza anche alla luce della pronuncia della Cassazione sez. 1 sent. 5697 del 6-2-2003 che ha affermato che: “non è configurabile l’esimente della legittima difesa qualora l’agente abbia avuto la possibilità di allontanarsi dall’aggressore senza pregiudizio e senza disonore.
Quindi come faceva l’aggredito ad allontanarsi se svegliato, durante la notte all’interno della propria abitazione da uno o più soggetti introdottisi nell’appartamento?
L’aggredito, in mancanza di vie di fuga poteva e doveva difendersi
Possiamo concludere che nel caso specifico il pensionato abbia agito esercitando il diritto di difesa, proporzionando la sua azione agli elementi psicologici e circostanziali del fatto, così come appreso dai giornali.
Appare eccessiva, da parte del Pubblico ministero l’apertura di un fascicolo con l’incriminazione di omicidio volontario. Come atto dovuto per Legge, sarebbe bastata l’iscrizione nel registro indagati per “omicidio colposo” e durante le indagini verificare i fatti alla luce degli elementi investigativi.