Nel nuovo mondo digitale WhatsApp colpisce ancora
Tra le più gravi alienazioni che ha portato la comunicazione digitale nella nostra società, ne riporto due:
– la prima è rappresentata dal fatto che giovani e adulti tendono a vivere sui social network lo stesso spazio digitale, scarsamente delimitato dall’età e dal pudore. Immaginate Instagram in cui ragazze, mamme e nonne si sfidano a colpi di bikini;
– la seconda, è data dal fatto che se un tempo i giovani erano tentati ad imitare gli adulti, oggi sono gli adulti a voler imitare i giovani, nel linguaggio, nell’abbigliamento, nelle condotte.
Collegandomi sui social, ad esempio Tiktok, noto con imbarazzo, adulti che – incuranti del tempo che passa – producono video in cui si atteggiano a giovani per entrare in sintonia con loro.
Il risultato è imbarazzante, sia per uomini che appaiono patetici alla ricerca del consenso del pubblico femminile che per le donne mature, in conflitto con il tempo che passa e che lottano mantenute sode da tiranti impiantanti con la chirurgia plastica nonché da tanto silicone da farci una scheda madre per il PC.
La società cambia in fretta, mi piacerebbe capire se la direzione sia positiva o meno.
Non ne parliamo del linguaggio, non di rado mi trovo appellato da uno studente, presso l’università in cui insegno, con il termine “Prof.” ossia l’abstract di “Professore”.
Spesso faccio finta di nulla, altre volte chiedo l’utilità strategica di aver economizzato le 6 lettere “essore” e quali vantaggi siano stati acquisiti con tale troncatura.
Un po’ spiazzato, incredulo e colto di sorpresa lo studente decide spontaneamente di appellarmi con il termine “Professore”, tuttavia sono convinto che nel suo giudizio sia entrato a pieno titolo nella categoria “Bommer”, con qualifica “Cringe”.
Quando vengo appellato nello stesso modo da un Collega, chiedo sempre se l’abstract di “Prof.” sia descrittivo di un percorso accademico ridotto, viceversa invito sempre a godere della bellezza della lingua italiana e la musicalità delle parole non troncate.
Siamo inquinati dalla ricerca del consenso, abbiamo perso il senso dell’esempio, della guida e temo che tra qualche anno dopo aver estinto definitivamente l’uso della cravatta (perché sinonimo di vecchio giurassico), avremo un Presidente della Repubblica tatuato e magari con orecchini e anello al naso. Ma va bene così perché è il valore della persona che conta e non la sua estetica. (…spero che sia vero)
Adesso basta con le frottole, la scuola è iniziata da poco più di un mese e in Studio si è presentato un nuovo caso di minacce, diffamazione e violazione della privacy. Un gruppo Whatsapp di genitori, in perenne battaglia per la difesa del proprio pargoletto, ha colpito ancora.
Il mondo è questo, ciao Brò o meglio “un abbraccio a tutti”.