Salvatore Aranzulla con il suo popolo vince contro il Comune di Milano
L’articolo 3 della nostra amata Costituzione recita solennemente: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge“. Peccato che, nel mondo reale, la regola non scritta sembri aggiungere: “a meno che tu non abbia un esercito di follower, allora sei magicamente superiore agli altri.”
Non ci credete? Vi racconto cosa è accaduto a Salvatore Aranzulla, il guru dei tutorial digitali, colui che ci ha insegnato come fare praticamente tutto, tranne, a quanto pare, ottenere una carta d’identità.
Salvatore, siciliano di nascita ma adottato dai Navigli milanesi, decide di sfruttare il progresso tecnologico e i servizi dell’Anagrafe Nazionale per evitare un “tour de force” in Sicilia solo per rinnovare il documento. Forte delle sue competenze digitali, consulta il sito del Ministero dell’Interno (sì, esiste e pare anche funzionare benissimo) e chiama il call center del Comune di Milano (in cui non ci crederete, rispondono in tempi umani). Spoiler: le premesse erano troppo belle per essere vere.
Arriva tutto convinto all’ufficio anagrafe milanese. Qui, una cortese impiegata gli suggerisce con tono professionale la soluzione definitiva: per avere la carta d’identità fatti spedire un documento temporaneo e prenota un volo per il tuo paesino natio. Insomma, l’alternativa ufficiale è “non posso farci nulla”, anche se detto in una versione più diplomatica.
E qui si consuma la tragedia: il buon Aranzulla, per una volta, non sa “come fare” o “come risolvere” il problema.
Mossa disperata: un post su Facebook. Risultato? Migliaia di like, condivisioni a valanga e una valanga di commenti solidali in meno di tre ore. Sembra che il popolo social si sia sollevato come un esercito per difendere il suo cavaliere.
Poi, la svolta epica. Squilla il telefono di Salvatore: è un dirigente del Comune di Milano. Ma non un dirigente qualunque, uno di quelli che ti chiamano solo se hai una fanbase equivalente a una città metropolitana. Lo invita con garbo a presentarsi di nuovo all’ufficio per il rilascio della tanto agognata carta d’identità. A quanto pare, per chi ha milioni di follower, la fila allo sportello si accorcia notevolmente.
Il dirigente, tra l’altro, svela un retroscena grottesco: gli uffici anagrafe di Milano sono sommersi di richieste di cittadini fuori sede, e quindi – possiamo comprendere per esigenze organizzative dell’Ufficio anagrafe – la raccomandazione standard è… beh, “andate al vostro Paese“. Una frase che in questo contesto assume sfumature ironiche.
In un mondo iperconnesso dove tutto dovrebbe essere a portata di click, sentirsi dire “vai a quel Paese” per un documento è il simbolo perfetto della nostra burocrazia: digitale di facciata, analogica nel cuore.
Ma tranquilli, basta essere influencer per superare ogni ostacolo e forse, anche in questa occasione, dovremmo iniziare a chiedere “come fare” ad essere cittadini ascoltati dalla Pubblica Amministrazione direttamente al mitico Aranzulla.
Va tutto bene, ma potrebbe andare peggio. Al prossimo tutorial, Salvatore!