Si può parlare di body shaming post chirurgia estetica?
La definizione più corretta del body shaming è legata all’espressione inglese che significa letteralmente “far vergognare qualcuno per le sue caratteristiche fisiche lontane dai canoni estetici di riferimento.
Indubbiamente si tratta di una forma di bullismo che può avere gravi conseguenze sulla psiche di chi è vittima soprattutto se in età adolescenziale.
Il body shaming tende a denigrare un soggetto per le sue caratteristiche fisiche come ad esempio: il peso, l’altezza, la peluria corporea i tatuaggi, l’età.
Si tratta di una denigrazione spesso istigata e compiuta in massa, posta in essere attraverso gli strumenti social contro soggetti particolarmente vulnerabili verso forme di violenza psicologica.
Il caso più recente ha visto come protagonisti Emma Marrone, cantante in gara a Sanremo e Davide Maggio giornalista che ha criticato il look della cantante caratterizzato dalla presenza di una calza a rete su una gamba importante.
Indubbiamente il commento di Davide Maggio, seppur espresso in forma educata e non offensiva, ha scaturito l’indignazione quotidiana sui social dividendo “gli offesi” per un commento ritenuto di body shaming da coloro che al contrario hanno richiamato il diritto di critica che spetta a coloro che esprimono pareri non richiesti sulle celebrità del momento.
Qualche ora dopo si è verificato un caso simile, i commenti negativi su Belen Rodriguez – conduttrice nella nuova stagione de Le Iene – responsabile per molti per aver rovinato il suo viso con un intervento di chirurgia estetica, che ne ha modificato il sorriso, la bocca (storta) gli zigomi troppo pronunciati.
Ma a questo punto la critica feroce ad un corpo modificato dalla chirurgia estetica possiamo ritenerlo al pari di un body shaming promosso verso un corpo naturale?
Le possibili risposte sono in ordine di equilibrio tra interessi psicologici della persona oggetto della critica e libertà di espressione, quindi di critica, del soggetto che pone il suo giudizio.
Ovviamente il contesto di analisi giuridica dovrebbe basarsi sulla circostanza che il giudizio verso il ricorso alla chirurgia estetica o verso il risultato da essa ottenuto può essere un esimente dal contesto più grave del puro body shaming.
Le condotte umane nella società dei social network pongono sempre nuove sfide giurisprudenziali nella disamina di condotte apparentemente simili ma diverse.