Titanic – Italia: dopo il tramonto il buio della notte
La storia del Titanic il transatlantico più grande, lussoso e maestoso del novecento la conoscono tutti. Il Titanic si inabissò il 15 Aprile 1912 , quando si spezzo in due tronconi e affondò di prua, mentre all’estremo sulla poppa, fra centinaia di persone terrorizzate, l’orchestrina suonava “Nearer my God to Thee”.
Il Ministro Tremonti, non a caso, durante la presentazione della manovra economica al Senato ha riportato queste testuali parole: “Chi fa una manovra come questa, vuole il bene del Paese ma non ci può essere una politica italiana diversa da quella europea. La soluzione è politica o non è, è comune in Europa o non è. E la politica non può più sbagliare. Anche perché è come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”.
Proviamo ad analizzare il contesto comunicativo afferente l’affermazione resa dal Ministro dell’economia:
– Politica in linea con le direttive dell’Europa. Il vecchio continente resiste su più fronti agli attacchi economici dei Paesi emergenti, primo tra tutti quello costituito dalla Cina, unico Stato a chiudere recentemente il proprio bilancio in attivo, forte della sua manovalanza: mal pagata, competente ed incredibilmente numerosa. L’Europa è quindi costretta a far fronte unico resistendo nel mercato globalizzato e sopperendo a situazioni economiche deficitarie da parte della Grecia, Portogallo, Spagna, Belgio e …Italia;
– la Politica non può sbagliare. Sono finiti i tempi dei finanziamenti europei a pioggia, sono finiti i tempi in cui i soldi potevano essere amministrati dalla Politica su basi clientelari, sono finiti i tempi in cui la Politica poteva erogare prebende in maniera poco trasparente. Le scelte di indirizzo economico devono essere improntate all’insegna del massimo rigore e finalizzate al miglior risultato. E le Province? Ma non cadiamo ora nella polemica.
– l’Italia come il Titanic. Mi ha colpito molto l’analogia con il transatlantico britannico, affondato portandosi dietro democraticamente oltre 1500 persone provenienti tanto dalla terza classe quanto dalla prima, questo ha qualcosa di allarmante e deve spingere tutti ad una maggiore responsabilità affinchè “nessuno” anneghi cominciando a fornire scialuppe alla classe operaia.
Con la mente lavoro di realtà.
Immaginiamo di mangiare serenamente a casa con amici, poi uno degli invitati avverte dei dolori allo stomaco e corriamo in ospedale, qui siamo costretti a prendere un numero, un colore che disciplina più o meno l’urgenza dell’intervento e ci mettiamo in attesa della visita. Attendiamo due tre ore per poi sapere che il nostro amico deve essere ricoverato, ma non c’è posto in quella struttura, ancora delle ore, telefonate e preghiere per sapere che c’è un posto in corsia presso un ospedale dall’altra parte della città.
Non sono disponibili ambulanze, firmiamo per la volontaria dimissione e ci rechiamo, in macchina, nell’altro ospedale.
Qui il posto disponibile non è in una stanza ma in una corsia, meglio dire in un corridoio, dove veniamo a conoscenza che è sabato sera e sino a lunedì non potranno esser fatte analisi e visite.
Lasciamo il nostro amico per tornare a casa. Ad un semaforo veniamo tamponati da una macchina condotta da un conducente che non ha rinnovato l’assicurazione, in verità ci sembra anche alticcio e alcuni giorni dopo scopriamo che è nulla tenente e non possiamo farci nulla.
Il conducente subirà qualche sanzione amministrativa (forse) e noi inizieremo una causa per ottenere il risarcimento dal fondo vittime della strada che si concluderà con esito non positivo nel 2018. La nostra compagna a causa del sinistro lamenta un colpo di frusta, spese mediche, fisioterapia e quant’altro ma prima di ogni altra cosa ritorniamo in ospedale per accertamenti.
Qui è notte e scopriamo una realtà inaspettata, il sabato notte i presidi ospedalieri sono pieni di giovani che ricorrono alle cure mediche essenzialmente per gli stessi motivi: ferite e contusioni per risse fuori dai locali; dolori dovuti a cibi avariati consumati nei locali affollati; stati confusionali per l’assunzione di droghe; lesioni gravi per incidenti stradali. Signore e Signori è sabato notte!!!
Per far la breve questa è l’Italia, incapace di offrire una adeguata assistenza sanitaria, incapace di garantire una celere Giustizia, incapace di educare i giovani ad una futura vita sociale e civile.
Forse esagero, ma dimostratemi il contrario e convincetemi soprattutto che l’Italia non è stata speronata dall’iceberg.