Tutti in piedi per Rachel Beckwith
In queste ore in cui sento parlare di censurare i social network in Gran Bretagna perchè responsabili della rivolta, in queste ore in cui il mio Paese si è svegliato e pone in essere misure drastiche per arginare la crisi economica, in queste ore in cui ci si estranea, quasi egoisticamente, nelle ferie balneari, il cui scopo principale è quello di apparire piuttosto che essere, temo che la storia di Rachel Beckwith passi inosservata.
Chi è Rachel Beckwith?
E’ una normalissima bambina di Seattle che, nella sua purezza, all’età di 5 anni, si è presentata alla mamma e ha manifestato la volontà di donare la sua lunga chioma di capelli all’Associazione Locks Love, che ne avrebbe fatto parrucche per i bambini malati di cancro.
Non contenta, ha atteso il tempo di far ricrescere i capelli, quindi ha donato la nuova chioma alla stessa associazione per altre parrucche destinate ai bambini malati di cancro.
Per i suoi 9 anni, nel giugno scorso, Rachel ha deciso di chiedere come regalo di compleanno a genitori e amici la somma di 9 miseri dollari con lo scopo di raggiungere la somma di 300 dollari da donare all’associazione Charity Water per la costruzione di un pozzo in Congo, in Bangladesh o in qualunque altro maledetto e sperduto posto di questo Pianeta in cui l’acqua è difficile da reperire
Poi, in un giorno di fine luglio, il destino – quello pazzo, bizzarro, quello di cui non si comprendono le ragioni lasciandoti tanta rabbia e dolore – interrompe la vita di Rachel; un camion travolge l’auto in cui viaggia con i genitori, rimasti fortunatamente illesi.
La mamma dona gli organi di Rachel e, per l’ultima volta, i lunghi capelli per farne parrucche per i bambini malati di cancro, mentre sulla pagina web con cui Rachel chiedeva a giugno 300 miseri dollari per costruire un pozzo d’acqua, grazie al Web e ai Social Network, arrivano uno, due, tre, quattro, cinque dollari sino ad arrivare alla somma – come vedete, di oltre 1.190.000,00 di dollari.
Non aggiungo altro. Come potrei farlo? A ciascuno la propria riflessione e, magari, un’azione affinché questo mondo sia più Rachel Beckwith e meno solitudine, perché come ha affermato la mamma durante il funerale: “Rachel is smilling!”